Ambientazione

Una torcia
vacilla nel vento,
il bosco
trattiene il respiro

In Faesta vogliamo rappresentare il mondo fatato della cultura occidentale nella sua interezza, permettendovi di sbizzarrirvi nella creazione di situazioni e personaggi pescando da tanti mondi e realtà differenti invece che concentrarsi su un singolo universo narrativo.
E’ proprio questo è il bello di questa storia!

Il significato etimologico della parola “fatato” è infatti “Dotato magicamente di poteri insoliti e soprannaturali” e questo comprende una grande lista di personaggi dell’immaginario collettivo partendo dalla Contea Hobbit del “Signore degli Anelli”, passando per la corte di Oberon e Titania di “Sogno d’una Notte di Mezza Estate” e finendo con i temuti Krampus della cultura dell’alto Adige! Tutti loro possono essere considerati creature fatate che rendono vive il nostro mondo fatato.

Quindi vale tutto?
Non proprio, non fate i folletti dispettosi!

Per mantenere una coerenza estetica e narrativa ogni elemento dell’ambientazione sarà tematizzato con l’immaginario collettivo del popolo magico della cultura e del folklore europeo.

Mentre scoprite con noi il mondo di Faesta e vi sbizzarrite a quale tocco personale vorreste aggiungere con i vostri personaggi, vi lasciamo alcuni dei titoli di film e libri a cui ci siamo ispirati per creare l’ambientazione che grazie a voi prenderà vita:

  • Lo Hobbit
  • Sogno d’una notte di mezza estate
  • Le cronache di Narnia
  • La storia infinita
  • Fiabe del focolare dei fratelli Grimm
  • Le opere di Tony Wolf e Beatrix Potter
  • Disney’s Fantasia
  • Le cronache di Spiderwick
  • E tutte quelle vecchie fiabe regionali/nazionali che ti raccontavano da bambino e che sai bene ti piacerebbe vivere almeno una volta.

Usi e Tradizioni del Popolo Fatato

Tra i fatati, tutte le varie interazioni sono avvolte da un’aura di antiche regole, usanze e rituali che ne scandiscono l’arcana importanza. Per esempio, una delle loro grandi regole riguarda la menzogna: essa è un’ombra che non può toccare le loro lingue, da sempre così è stato… e sempre sarà. Ogni loro parola nasce pura e intessuta di verità, come un raggio di luna che non conosce il buio.

Un’altra particolarità che contraddistingue il loro agire è come non vi sia spazio per mere monete o ricchezze terrene tra ciò che un fatato possiede, perché i fatati vivono di scambi e baratti, dove ogni cosa trova il suo valore solo nella reciprocità: un dono, una promessa, un segreto possono essere il prezzo di qualunque tesoro. Ogni dono ricevuto è un vincolo, un invito a rispondere con qualcosa di uguale bellezza o significato, perché spezzare il cerchio del dare e ricevere significherebbe spezzare l’armonia del loro mondo.

Nulla è più sacro per loro dei riti e delle tradizioni che li legano al tessuto profondo della magia. Ogni gesto rituale, ogni parola pronunciata nelle cerimonie, ogni antica usanza è un frammento di storia che va rispettato con devozione. Per esempio, grandi pranzi, banchetti e cene sono un elemento portante di una qualsiasi festa che si rispetti: i fatati danno molta importanza al cibo e al poterlo condividere in compagnia, quasi come esso qualsiasi mancanza di riguardo verso queste pratiche è vista come un affronto grave, capace di attirare il disprezzo dall’intera comunità: è perciò costume che si attenda sempre la fine delle cerimonie per risolvere le proprie questioni personali, anche quelle più importanti

Il popolo esiste da che esiste il Tempo

Questo almeno sentenzia la Stirpe delle Storie e dei Racconti, che del Tempo ha sempre avuto una gran venerazione e lo considera il proprio Padre – o padrino quantomeno. Ma ancora prima che gli strani umani nascessero e reclamassero dominio del mondo, le fate c’erano. Vagavano per tutti gli angoli del mondo, nelle foreste che crescevano e tra le montagne che si facevano alte, vivendo senza altro pretendere.

Quattro stirpi si erano formate: Storie e Racconti, Sogni e Desideri, Patti e Inganni, Giochi e Scherzi. Questi ultimi, la Stirpe dei Giochi e degli Scherzi erano i portatori di leggerezza nel popolo fatato: laddove i primi tendevano ad essere troppo seri a volte nella loro responsabilità, i secondi a perdersi nella contemplazione e i terzi a seminare zizzania, loro ricordavano a tutti la bellezza di stare a cuor leggero, di non prendersi troppo sul serio, nemmeno nel loro compito. 

Si completavano a vicenda: il connubio delle Fate era pacifico, in un costante battibecco fruttuoso.  
Poi avvenne il Cataclisma.

Successe in modo caotico e catastrofico, confuso come una cacofonia nel precedente armonico vivere. Fu forte come le tempeste, come il gelo che paralizza e il ghiaccio che si spezza ed esplode. Le stirpi hanno ancora un racconto confuso di questo, del loro ruolo e le responsabilità, ma anche di cosa accadde e in che ordine: il mondo delle Fate si stava sfaldando, pezzo dopo pezzo, fino a quando non finì tutto. La quiete era tornata. Ma la Stirpe dei Giochi e degli Scherzi non c’era più, sparita nella sua totalità.

Senza di loro, non è mai passata quella malinconia, come un animale che cammina su una zampa in meno.
Le Stirpi cercarono di ritrovare la Perduta senza risultato, e continuarono con la loro normalità, sempre sentendo l’assenza delle sorelle e fratelli. Fino ad ora.
Da poco è passato il momento in cui un Veggente dei Sogni e Desideri ha puntato ad un giorno particolare, uno in cui la magia dei Giochi e degli Scherzi potrebbe davvero risvegliarsi. Le speranze sono fragili ma assieme luminose, e così le Fate da tutte e tre le Stirpi hanno deciso di prepararsi. 

Una festa speranzosa
sta per cominciare